Mostra di ricostruzioni archeologiche celtiche
La nascita della città di Busto Arsizio è anche legata a una leggenda, nata nel Rinascimento presso alcuni eruditi della corte ducale milanese, ed è basata su un racconto liviano della fondazione di Mediolanum (Milano) a opera del condottiero e re dei Galli Belloveso, sul cui racconto viene innestata l'origine della città di Busto Arsizio. Tito Livio descrive così le incursioni celtiche nel territorio insubre:
[...] passarono quindi attraverso il territorio dei Taurini e le Alpi nella zona della valle della Dora; sbaragliarono in combattimento gli Etruschi non lontano dal fiume Ticino e avendo sentito che il territorio in cui si erano insediati era chiamato Insùbrio, nome che li accomunava agli Ìnsubri del cantone degli Edui, decisero di assecondare quel presagio e fondarono lì una città che chiamarono Mediolano [...]
Successivi autori, verso la fine del XVI secolo, aggiunsero la seguente estensione:
[...] trucidati in sanguinosa battaglia gli antichi Etruschi, sul luogo degli arsi cadaveri fu Busto fabbricata probabilmente dai Celti condotti qua da Belloveso. Rovinata Busto dai Galli Senoni diventò un bosco e ricovero di ladroni i quali si presidiarono nelle sette torri, una delle quali mostrava i suoi avanzi nel 1578. Fu poi Busto restaurato dai Romani, che stabilirono nell'Insubria le loro Colonie, dalle quali sembrano derivare alcune Famiglie, come la Lupa anticamente in Busto assai numerosa e la Crespi tuttora assai qui estesa [...]
In questo modo l'Associazione G.A.S.A.C Arteceltica, ospitata dal Festival interceltico "Bustofolk 2004", in via eccezionale, ha la possibilità di far rivivere al popolo Insubre i fasti dei guerrieri di Belloveso, tramite l'interessante collezione composta in prevalenza da armi ed oggetti utilizzati dai guerrieri celtici.
Durante la visita della mostra si possono visionare armi e oggettistica di vario genere quali: spade di varia tipologia, pugnali, elmi di diverse fogge, giavellotti, armature, coltelli, i caratteristici scudi celtici, bukler, omboni, teste di pietra, e non ultimi i carnyx le celebri trombe di battaglia dei Celti.
I particolari in visione della mostra sono riproduzioni realizzate a successione di una scrupolosa ricerca storica dell'Associazione G.A.S.A.C., quindi ricostruiti dall'artista Giuseppe Stucchi dopo un attento studio, secondo i canoni di costruzione dell'epoca alla quale i reperti appartengono.
Diversi particolari vengono riprodotti non solo per come essi si presentano oggi, dopo il tempo trascorso e l'azione degli elementi, ma anche nella foggia e della loro bellezza in cui dovevano apparire appena creati dalla fucina celtica. La visita della mostra sarà accompagnata da un sottofondo musicale di musica celtica del maestro Vincenzo Zitello.