Testi rilevati dalla rivista Celtica - autori: M. Tiussi, Stefano Trentini
Quante cose sappiamo sui Celti? Qui abbiamo raccolto molte delle informazioni disponibili. Sono descritte ‘in pillole’ e insieme a quelle vere, vi segnaliamo anche le storie inventate, o dubbie e discutibili.
01 Chi erano i Celti?
Considerati il primo grande popolo d’Europa, i Celti sono vissuti in gran parte di quella che oggi chiamiamo Unione Europea. Di origine indoeuropea, avevano un’organizzazione sociale tribale, armi in ferro, montavano cavalli e si diffusero rapidamente in Europa dal secondo millennio prima di Cristo. Fieri e creativi, fortemente legati ai cicli e agli elementi della natura, hanno introdotto lo sviluppo della nuova industria dei metalli e grazie alla loro abilità come artigiani, commercianti e guerrieri hanno dominato l’Europa durante l’intera Età del Ferro. Si sono distinti inoltre per la loro arte raffinata, che ha avuto la massima diffusione con la cultura di La Tène (07).
Oggi, celtico è un termine che abbraccia un’eredità non soltanto fisica e forse, è più corretto chiedersi: «chi sono i Celti?». L’apporto culturale dei Celti antichi è infatti fortemente radicato nell’Europa occidentale e ne deriva gran parte del folklore e delle tradizioni rurali; ritroviamo l’eco celtica anche in nomi geografici, nei toponimi e negli idronimi (nomi di paesi o città e nomi di fiumi) e ancora, nei dialetti che i linguisti definiscono lingue Celto-romanze e Gallo-italiche (41).
02 Dove vivevano i Celti?
I Celti continentali vivevano distribuiti sugli attuali territori di Bretagna, Francia, Belgio, parte della Germania dell’ovest e del sud, in Spagna del Nord e parte del Portogallo, nell’Italia del Nord e del centro-est, così come in Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia e in alcune regioni di lingua slava. Secondo alcuni studiosi, il loro territorio si estendeva fino al Mar Nero. I Celti insulari vivevano in parte dell’attuale Inghilterra, in Galles, Scozia e Irlanda. Per la distribuzione dei Celti in Europa vedi articolo “Roma, Celta a metà” in Celtica n° 39.
03 I Celti sono vissuti anche da noi?
Sì. Il territorio a nord degli Appennini, che comprende gran parte della Pianura Padana e parte delle Alpi, era chiamato Gallia Cisalpina (12) poiché abitato da numerose tribù celtiche (21). In alcune zone i Galli avevano stabilito forme di convivenza con gli Etruschi. Per molto tempo accantonata dalla storia ufficiale dell’Italia, questa parte celtica delle nostre origini non ha avuto la giusta considerazione ma oggi, grazie alle scoperte archeologiche (sempre più numerose sul nostro territorio) e al risveglio d’interesse comune, il credito dei Celti Cisalpini è in ascesa anche nel nostro Paese.
04 C’è differenza fra Celti e Galli?
Nessuna. Intorno al V secolo a.C. due popoli mediterranei vennero entrambi in contatto con i popoli celtici e scrissero per la prima volta il loro nome, che così passò alla storia. I Romani diedero ai Celti il nome latino di Galli, plurale di Gallus, per designare gli abitanti della Gallia. I Greci li chiamarono Keltoi (Celtes, diceva Giulio Cesare), nome probabilmente tramandato dagli Etruschi e dai Paleoveneti per chiamare le prime tribù celtiche da essi incontrate tra il IX e l’VIII secolo a.C.
I Celti della Penisola Iberica, che comprende Spagna e Portogallo, si fusero con le popolazioni locali degli Iberici e vennero chiamati Celtiberi. Quelli che si fermarono in Galazia (oggi Turchia) furono chiamati Galátai o Galátês, che si traduce con Galati. Tanti nomi per definire lo stesso popolo.
05 Perché sono stati chiamati Galli?
Sull’origine di questo nome vi sono varie ipotesi: secondo una di esse, deriverebbe dalla radice celtica gal, che significa «valore» (vedi furor gallico, 95)»; per altri il termine definiva il colore bianco latteo della pelle dei Celti (gal significa latte in greco); forse, ancora, può derivare da Cealteach o Kealteach, nome con cui i Celti del nord designavano se stessi e il cui significato è «popolo segreto».
Una curiosità: anche i nomi di regioni come il Galles e la Caledonia (l’antica Scozia), oltre che alla Galizia spagnola e ovviamente ai Galati a cui San Paolo indirizza una delle sue Lettere, hanno la propria radice in gal.
Nonostante l’omonimia, il termine Gallo nulla ha a che vedere con il pollo maschio, tipico della fattoria, benché questo animale sia poi diventato emblematico per la Francia. I Romani nominavano Gallia tutti i territori abitati da genti celtiche, distinguendo tra Gallia Cisalpina e Gallia Transalpina (12).
06 Chi sono stati i primi Celti?
Fino a poco tempo fa si designava «culla della civiltà celtica» la zona intorno al lago austriaco di Hallstatt. Qui, intorno all’VIII secolo a.C., la prima Età del Ferro si sviluppò grazie a una serie di fattori favorevoli, in particolare le ricche miniere di sale scavato nella montagna (vedi articolo “Hallstatt” in Celtica n° 3). La seconda Età del Ferro è per definizione la cultura di La Tène (07).
Studi più recenti, confermati da varie autorità in campo archeologico, anticipano la nascita della cultura celtica di almeno due secoli, già a partire dall’XI-X secolo e la collocano nella zona di Golasecca, una località cisalpina in provincia di Varese, in Lombardia. Grazie ai passi alpini e alle piste già ampiamente percorse nell’antichità, la cultura protoceltica di Golasecca si incontrò con quella austriaca di Hallstatt.
07 Che cos’è la cultura La Tène?
Le varie civiltà celtiche vengono collegate dall’archeologia nella cosiddetta civiltà di La Tène (dal nome di una località, antico sito celtico, scoperta sul lago di Neuchâtel in Svizzera). La cultura La Tène (VI-V secolo a.C.), che ha prodotto le opere più belle e celebrate dell’arte celtica, ha avuto vastissima diffusione sul continente europeo e ha raggiunto anche le isole britanniche, restando viva in Irlanda fino al Medioevo.
08 C’è differenza fra Barbari e Celti?
Teoricamente, nessuna. Barbari era il termine usato dai Greci per indicare tutte le popolazioni che non parlavano la loro lingua. La parola ha origine da un’onomatopea e simula un suono (come nei fumetti troviamo i vari bang, splash, zip etc.). Era il suono confuso che percepivano i Greci quando sentivano parlare uno straniero e che riproducevano come «bar-bar, bar-bar»... da cui deriva l’appellativo barbari. Anche i Romani, in un primo tempo, suonarono bar-bar all’orecchio dei Greci. La parola fu quindi adottata dai Latini, che la utilizzarono come termine generico e dispregiativo per indicare i popoli non ancora latinizzati, e fra questi anche i Celti.
09 È vero che i primi Celti attraversarono le Alpi attratti dal vino?
Una leggenda di epoca romana vuole lo spostamento in massa dei Galli verso la Cisalpina (12) direttamente collegato al vino. Anche se non possiamo sapere con certezza le motivazioni che spinsero intere tribù di Galli ad attraversare le Alpi, siamo certi del fatto che essi apprezzavano moltissimo questa bevanda, al punto che impararono a coltivare la vite e ne perfezionarono la tecnica. I nostri Celti producevano così tanto vino che, dopo la romanizzazione, Roma impose alla Gallia Cisalpina la riduzione della produzione di vino del 50% poiché influiva negativamente sul mercato latino.
10 Che cos’è l’Arbustum Gallicum?
È un particolare metodo di coltivare la vite dove i vitigni vengono sostenuti da alberi vivi; fra i più diffusi, l’olmo e il pioppo. I popoli greci e latini coltivavano la vite, ma si ritiene che i Galli abbiano acquisito dagli Etruschi della valle padana la particolare tecnica di ‘maritare’ la vite a un sostegno vivo. Questa coltivazione divenne caratteristica dei Galli Cisalpini, mentre i Transalpini inizialmente conoscevano solo la birra e il sidro. Quando i Latini, giunti in Val Padana, videro per la prima volta questo metodo di coltivazione, lo chiamarono, appunto, Arbustum Gallicum (vedi articolo “Accadde una vite fa” in Celtica n° 37).
Va detto che nel I secolo a.C. la vite era coltivata in gran parte dell’Europa meridionale. La maggior parte dei vigneti citati da Strabone e da Plinio si trovavano in località costiere o vicine al corso di grandi fiumi, questo per facilitare il trasporto del vino. In Gallia Transalpina la viticoltura si diffuse proprio in zone attorno a grandi fiumi (Senna, Loira, Garonna, Rodano, Mosella) e di grandi vie di comunicazione; nella Cisalpina era assai diffusa intorno al Po e sul suo Delta, ma anche in zone alpine come la Valtellina dove, fin dai tempi più antichi, generazioni di contadini hanno trasformato la montagna creando dei terrazzamenti unici al mondo.
11 È vero che i Celti hanno inventato la botte a doghe di legno?
C’è una descrizione di Strabone, geografo e storico greco vissuto tra il 63 a.C. e il 24 d.C., il quale, in visita alla Valle Padana, descrive i Galli come «alti, operosi, abili nel produrre ottimo vino, che allogavano in botti grandi come case». Fino a quel momento le popolazioni greco-latine avevano conservato e trasportato il vino in anfore di terracotta e questo impediva al vino di respirare correttamente. L’apporto della botte a doghe di legno ha indubbiamente impresso una svolta fondamentale al mondo della viticoltura. Chi l’avrebbe detto, di quei barbari birraioli!!
12 Che cosa significa «Gallia Cisalpina»?
È uno dei termini che adottarono i Romani per distinguere i territori dei Galli: Cisalpina significa al di sotto delle Alpi, Transalpina al di là delle Alpi. La prima indica il territorio del nord Italia e il centro-est fino alle Marche; l’altra indica il territorio dell’attuale Francia. Termini similari si usano per indicare zone geografiche poste sotto o sopra una linea di confine o una barriera naturale come un fiume; per esempio, per indicare le popolazioni rispettivamente sotto o sopra la linea del fiume Po si dice Cispadani e Transpadani.
13 I Celti avevano altri nemici, oltre ai Romani?
Gli antichi Celti si sono scontrati con gli Etruschi (ma sono stati anche loro alleati), con i Greci, con i Piceni... praticamente con tutti i popoli che confinavano con il vastissimo territorio in cui risiedevano. Inoltre, i guerrieri celti erano apprezzati mercenari e furono assoldati da vari eserciti, l’episodio più conosciuto è collegato alla seconda guerra punica (23) e al loro ingresso nell’esercito cartaginese (vedi articolo “I Galli Cisalpini alleati di Annibale” in Celtica n° 22). l nemici più insidiosi però, oltre all’esercito romano, erano le tribù germaniche, mentre i nemici più frequenti erano costituiti dagli stessi Celti, più precisamente quelli delle tribù confinanti. I Celti delle isole britanniche si scontrarono dapprima con i Romani e quindi con gli Angli e i Sassoni (di stirpe germanica), mentre i Celti di Scozia e Irlanda combatterono contro i Vichinghi (16).
14 Dove si trova il confine fra Celti e Germani?
Il confine non è geografico ma ideale e fu stabilito da Giulio Cesare (17), che lo collocò nell’attuale Germania delimitato dal corso del Reno. Secondo le stime di Cesare, il territorio a nord-est del fiume era la zona dei Germani, mentre quello a sud-ovest (circa, l’attuale Francia) era la zona dei Celti. Nonostante lo spartiacque deciso ‘a tavolino’, però, vaste aree abitate da tribù celtiche si trovavano in territorio germanico e tribù germaniche vivevano in prossimità delle Alpi.
15 È esistita una Nazione o un Impero Celtico?
Non è mai esistita un’unica grande nazione celtica. I popoli celtici erano divisi in molteplici tribù o popoli (21), a volte federati fra loro, che vivevano in villaggi sparsi a macchia di leopardo su un territorio anche molto vasto. I centri abitati facevano riferimento a una stirpe o una tribù d’origine (un esempio con i gruppi tribali cisalpini dei Senones e dei Galli Boii, che si erano diffusi in aree grandi come un’attuale regione). Certamente, ciò che univa i Celti era proprio il senso di appartenenza tribale, ma una tribù confinante rappresentava una sorta di diversa nazione.
16 Che differenza c’è fra Celti e Vichinghi?
Anche se la differenza fra Celti e Germani era talmente esigua che gli stessi Latini faticavano a distinguerne l’appartenenza, si tratta di due rami distinti della famiglia degli Indoeuropei (38). I Vichinghi sono un popolo di stirpe germanica (14), mentre i Celti sono di stirpe, appunto, celtica. Inoltre, il periodo di maggiore sviluppo del mondo celtico va dal V al I secolo PRIMA di Cristo; quello vichingo tra la fine dell’VIII e il X secolo dopo Cristo.
17 Che cosa sono le Guerre Galliche?
Sono le campagne di conquista della Gallia condotte da Giulio Cesare dal 58 al 51 a.C., quando era proconsole. La prima delle guerre galliche fu mossa contro gli Helvetii e nell’inverno dello stesso anno si formò la prima confederazione antiromana, guidata dai Veneti che vivevano nell’attuale Bretagna, sul Golfo del Morbihan. Nel 52 a.C. si ribellò l’intera Gallia, Cisalpina e Transalpina, in una colossale rivolta guidata da Vercingetorige (29). La fonte principale di informazioni su queste guerre è proprio Cesare, che le ha descritte nel De Bello Gallico (18). I suoi scritti, redatti in stile semplice ed essenziale, sono inoltre ricchi di descrizioni etniche, geografiche e storiche.
18 Dove si trova il testo originale del “De Bello Gallico”?
Non esiste più. Molti originali di antichi testi sono andati perduti e il De Bello Gallico è uno di questi. Gran parte delle testimonianze latine e greche sono sopravvissute nei secoli soprattutto grazie alle trascrizioni redatte dai monaci amanuensi prima dell’anno mille. Il testo di Cesare giunto sino a noi si basa su due famiglie di manoscritti e fra gli esemplari più antichi si citano il Codex Parisinus del IX o X secolo, il Codex Parisinus secundus (X o XI secolo) e il Codex Vaticanus (XII secolo). Da qui derivano tutte le versioni successive del De Bello Gallico.
19 Da dove arrivano le notizie sui Celti che abbiamo?
Arrivano dagli autori antichi, greci e latini, di cui abbiamo rari frammenti dei testi originali oppure trascrizioni su manoscritti, come nel caso del De Bello Gallico (17). In modo più tangibile, numerose notizie sono attestate dalle testimonianze archeologiche, quindi dai ritrovamenti di reperti celtici conservati nei musei (100) di tutta Europa, da cui è stato possibile ricavare molte informazioni sulla vita dei Celti.
20 Ci sono documenti legali sui Celti, oppure è tutto inventato?
Vi sono documenti di epoca romana, si tratta di codici di leggi che regolamentano la situazione politica, territoriale e sociale all’interno delle province romanizzate. Da varie fonti sappiamo che la società celtica dell’Età del Ferro era di stampo tribale, regolata da un proprio complesso sistema di leggi e regole sociali, e altre informazioni arrivano dagli unici Celti che non furono romanizzati: gli Irlandesi. Il sistema di leggi stabilito in Irlanda era conosciuto come Fenechas, la legge dei Feine (gli Uomini Liberi), meglio noto come il codice delle Leggi Brehon. Questo sistema legislativo regolò il popolo irlandese per secoli ed era ancora in vigore nel Medioevo.