Torneranno
Bardo che ancora canti:
Voi, padri delle fate
cosa resta dei vostri "oppida "
se non un vento leggero
sulle chiome degli alberi?
E delle vostre foreste
battute dalla pioggia
e avvolte nella nebbia?
Dove sono le vostre magie
e le furiose battaglie
e quel rullar di tamburi
attorno al grande fuoco druidico?
Celti, scomparsi dalla scena,
nascosti dai boschi e dai secoli
e dal mare del Nord
perennemente in tempesta.
La storia continua altrove
ma Dei e guerrieri,
fate e folletti alati
si muovono
fra ciclo e terra
fra mare e boschi
accompagnati da un sussurro:
torneranno...
torneranno...
Pieralba Merlo
Excalibur
Prigioniero della fredda
e dura roccia aspetto...
Occhi del nemico che si muovono
...ma non è oggi.
Scudi frantumati
...ma non è oggi.
Grida di battaglia
...ma non è oggi.
Ricordi...
nient' altro che ricordi.
Ma infinita è
la mia pazienza
e dalle pieghe del tempo
una mano verrà
ed un cuore puro...
Allora sarò libera
e sulla mia lama
riflessi di sole.
S'alzerà il mio canto
...e sarà oggi.
Pieralba Merlo
Il guerriero che cavalcò
con il corvo
(Cuchuiain e la Morrigan)
Lui non si dipingeva il volto
ma si adornava la fronte
con gemme lucenti
legate ad un filo di rossa lana.
E quando saliva
sul suo carro da guerra
dovunque mi trovassi
un tuono silenzioso
echeggiava attraverso Erin
ed io dovevo andare da lui:
non potevo evitarlo.
Con lui dominavo
il campo di battaglia
mentre spargeva il panico
in cerchi concentrici.
E la Gae Bolga lanciava
il suo canto di morte.
Solo grida e imprecazioni
e rumore di metallo che si abbatte
sul legno e sulla carne.
E dall' alto potevo vedere
la furia impossessarsi
del mastino dell' Ulster.
E tutti gli onori
sarebbero andati a lui
ma a me non importava
finché noi due
eravamo insieme.
Pieralba Merlo
Alesia (52 a.C.)
Alesia: città della Gallia distrutta da
Giulio Cesare dopo una memorabile attaglia.
All' indomani Vercingetorige si arrese a Cesare.
Silenziosamente emergente
dalla nebbia del tempo davanti
a me Alesia.
Immobile l'aria fermo
il respiro
accelera il cuore il suo battito
in attesa della battaglia. Vita prenderanno
le nostre lance
quando udranno
il suono del carnyx.
Sulla pelle solo
i nostri colori
e le grida di guerra
si infrangeranno
sugli scudi romani
e le spade tingeranno l'aria
di bagliori e di sangue.
...E all'alba del nuovo giorno
in piedi davanti a Cesare
è Vercingetorige vinto...
ma non domo.
Pieralba Merlo
Avalon
La nebbia si dirada
e turni appari
o Avalon...
Mitica isola
dal castello di cristallo
ed alberi con mele d'oro...
Tanta è la bellezza
che perfino gli uccelli tacciono
e immobile l'aria
trattiene il respiro
per rendere omaggio
al sole che si leva
dal madreperlato orizzonte.
Ed io, muto, mi chiedo
se ancora son prigioniero
nella rete di un sogno
o forse il mio veliero
senza vele ne marinai
ha raggiunto la sua meta.
Pieralba Merlo
La cornamusa
(For Ginevra and Lancelot)
Quando gli ultimi lillà
fiorivano alla corte
e i tamburi battevano
il segnale del coprifuoco
ecco rifarsi vivo
il tarlo della malinconia
rintanato a mangiucchiarmi il cuore.
Ma il vento mi porta
il suono di una lontana cornamusa
ed ecco...
Io ho ancora vent' anni
e tu mi corri incontro
con occhi splendenti...
Allora sento l'onda del tempo
scivolare su di noi
ed ancora una volta io sono
la tua regina
e tu il mio re.
Pieralba Merlo
Fiabe
All'inizio della quarta era della Terra di Mezzo
io ti vidi
e nel tuo sorrido
ho perso la mia anima.
Ed ho deposto
11 mio cuore ai tuoi piedi
bellissima figlia
del re degli Elfì.
Ti dichiarai il mio amore
nello scintillante salone
mentre fuori, vicino al fiume
inargentato dalla luna,
un uccello si esibiva
in una melodia ammaliante.
Un esercito di nuvole
soffici come fiocchi
venne a mascherare il ciclo
e fu in quel momento
che tu per me
hai rinunciato ali 'immortalità
ed hai scelto il preziosissimo
dono dell' amore.
...E serbo nel cuore ricordi di fiabe...
Pieralba Merlo
Lughnasa
Continua a girare e girare
la ruota delle stagioni
ed ancora una volta
ecco Lughnasa: il giorno del sole.
...Sulla sommità della collina
i Gael attendono il suo sorgere
mentre i Druidi iniziano
i loro canti.
Ma già ad oriente
la luce sopraggiunge:
un fiotto improvviso
limpido come una lacrima.
E Lugh scagliò
le sue lance dorate
ed ecco l'aureo carro
fare la sua comparsa
mentre mille gole lo accolgono
con riverenziale mormorio.
...E sopra la verde e nebbiosa Erin
il sole si levò
con tutto il suo splendore
sì che l'oscurità non poteva sopravvivere.
Ora toccava al re
tagliare il primo grano.
Luminosa curva
descrisse il falcetto d'argento
e si avvertì il chiudersi
di un vasto, invisibile cerchio.
Pieralba Merlo