Testi rilevati dalla rivista Celtica autori: M. Tiussi, Stefano Trentini
Quante cose sappiamo sui Celti? Qui abbiamo raccolto molte delle informazioni disponibili. Sono descritte ‘in pillole’ e insieme a quelle vere, vi segnaliamo anche le storie inventate, o dubbie e discutibili.
POPOLI E TERRITORI
21 Chi erano i Celti della Gallia Cisalpina?
Le tribù celtiche in Gallia Cisalpina erano tante (per approfondire vedi articolo“Le tribù celtiche” in Celtica n° 10), alcune di esse erano molto numerose e occupavano vasti territori, altre erano minuscole e sono segnalate solo in alcune zone ristrette, come i Lambrani e i Victimuli. Le tribù di Insubri (23) e Cenomani (24) si stabilirono a nord del Po. Tribù celtiche erano anche Aulerci, Galli Carni, Anauni, Tauri o Taurini (22), Orobii, Libui, Lavi, Marici, Comensi, Salassi (22), Lebeci (o Libui, o Lai) che fondarono Vercelli, Vertamorcori che originarono Novara (46). I Leponti fondarono quella che Augusto chiamerà Oscela Lepontinorum, poi Domus Oxulae, oggi Domodossola e a loro si deve il primo alfabeto celtico della storia (vedi articolo “Le Rune” in Celtica n° 9).
A sud del Po vivevano le grandi tribù dei Boii (25) e dei Senoni (26), i Lingoni (26) e gli Anari (o Anamari, o Anani), tribù minore stanziata sull’Appennino Ligure e in Emilia occidentale.
Evidente come le tracce di queste tribù siamo rimaste in moltissimi nomi geografici: le Alpi Lepontiche (Leponti) e le Alpi Orobie (Orobii), regioni come l’Insubria (Insubres) e la Carnia (Galli Carni), il fiume Lambro (Lambrani) e la Val di Non (Anauni), per citarne solo alcuni, hanno preso il nome da tribù celtiche.
22 Chi erano i Galli che vivevano in Piemonte e Valle d’Aosta?
I Taurini, antico popolo di stirpe celto-ligure, occupavano la valle del Po al centro dell’attuale Piemonte. Come popolo sono raramente citati nella storia ufficiale, ma sia Tito Livio che Strabone riferiscono che il territorio dei Taurini comprendeva inoltre i passi delle Alpi (vedi anche articolo “Il villaggio taurino” in Celtica n° 36). Fra il Piemonte occidentale e la Valle d’Aosta si stabilirono i Salassi, antico e fiero popolo alpino dall’origine ancora dibattuta. Abitavano il Canavese e la valle della Dora Baltea (vedi anche articolo “Sulle tracce dei Salassi” in Celtica n° 8). Ulkos, un re dei Salassi, ha dato il nome a Ulces, poi Ulcium, Ulzio e oggi Oulx, cittadina in alta Val di Susa in provincia di Torino.
23 Chi erano i Galli che si stabilirono in Lombardia?
La popolazione celtica degli Insubri o Insubres si stabilì fra Lombardia centro-occidentale, Piemonte orientale e parte del Canton Ticino. I confini del loro territorio erano dati dalle Alpi a nord e da quattro fiumi: il Po a sud, l’Adda a est, il Sesia e il Ticino a ovest. Penetrati in territorio romano per arginarne l’avanzata insieme a Boii, Lingoni, Taurini e Gesati (tribù transalpina alleata degli Insubri), nel 225 a.C. furono duramente sconfitti dall’esercito romano presso Talamone, in Toscana. Nel 221 i Romani occuparono Milano e gli Insubri, insieme a Galli Boii e Lingoni, furono costretti a patteggiare con Roma mentre gran parte del loro territorio diventava provincia romana. Gli Insubri si ribellarono ancora ai Romani alleandosi con il cartaginese Annibale durante la seconda guerra punica (218-217 a.C.). Dopo altri scontri, nel 194 a.C. furono definitivamente romanizzati ma conservarono l’autonomia della loro capitale Milano (45). I dati archeologici confermano una prolungata presenza celtica nella regione, testimoniata dai ritrovamenti propri alla cultura di Golasecca (06) alla quale forse appartennero le popolazioni poi chiamate Insubri. Per approfondimenti vedi articoli: “I Celti in Lombardia” in Celtica n° 10 e “Insubres, Galli di Milano” in Celtica n° 25.
24 I Cenomani vivevano in Lombardia o in Veneto?
I Galli Cenomani o Cenomanes, popolazione celtica originaria della zona di Le Mans (in Francia) e parte del più ampio gruppo tribale degli Aulerci, vivevano nella Lombardia orientale e nel basso Veneto occidentale. Il territorio cenomane andava dal fiume Oglio alle rive occidentali dell’Adige, ma l’influenza di questa tribù si estese anche alla regione alpina. Secondo le fonti, nel IV secolo a.C. un capo militare o religioso dei Cenomani di nome Elitovio, con l’appoggio di Belloveso (45) capo degli Insubri, portò il suo popolo nella bassa Lombardia orientale insediandosi presso l’odierna Brescia (46). I Cenomani furono alleati dei Romani nella guerra contro gli Insubri, tribù a loro confinante (non mancarono, tuttavia, insurrezioni, come quelle del 116 e del 16 a.C.). Principale fonte di informazioni sui Cenomani, per quanto riguarda la loro storia più antica, è Polibio che li chiama Gonomani. Storicamente sono stati chiamati anche Cernomanni e Kernomanni.
25 Quali Galli vivevano in Emilia?
Erano i Galli Boii che si insediarono nella valle del Reno e da loro prese il nome Bologna (46). Una delle numerose versioni sull’origine del nome etnico Boii sostiene che deriva dall’antico celtico bogos, che significa conquistatori oppure coloro che vincono distruggendo. I Boii provenivano dall’area centroeuropea intorno alla foce del fiume Reno (47) nell’odierna Germania e nell’area cispadana (12) i Boii erano suddivisi in oltre cento tribù, distribuite dal Po agli Appennini e da Lodi (46) ai confini della Romagna. Popolo dal temperamento fortemente guerriero, i Boii si presentarono alla ribalta delle cronache dopo la definitiva sconfitta dei Senoni (26). Combatterono diverse battaglie, alleandosi ad altri nemici di Roma e accendendo rivolte anche una volta sconfitti dai Romani. Il loro è l’ennesimo esempio che evidenzia la disunione delle tribù, caratteristica che permise alla civiltà romana di prevalere su quella celtica (43).
26 Quali Galli vivevano in Romagna e nelle Marche?
In Romagna vivevano due tribù galliche: Lingoni o Lingones e Senoni. Secondo fonti latine la tribù dei Lingoni si stabilì nell’area del Delta Padano nel territorio che oggi va da Ferrara alla Bassa Romagna; proveniva dal dipartimento dell’Haute-Marne (centro-ovest dell’odierna Francia), dove la città di Ligiones e la regione di Langres hanno preso il nome dai Lingoni.
I Galli Senoni o Senones provenivano da una zona al centro-nord della Francia, nell’attuale regione Champagne. Oltralpe oggi rimane il loro ricordo nel nome della città Sens e nella Senna, fiume che attraversa la pianura della Champagne.
Un’interpretazione indica che il nome Senoni significa antichi venerabili.
I Senoni si stabilirono nelle Valli del Rubicone e del Marecchia e nell’odierno territorio del Montefeltro (tra Marche, Romagna e Toscana). Il confine fra i due territori era il fiume Montone (Utis o Utens), il limite meridionale era il fiume Esino, a nord di Ancona. I Senoni presero il controllo di Ravenna alla fine del IV secolo scacciandone gli Umbri (37) e occuparono parte delle Marche fino a Senigallia (l’antica Sena Gallica), città che ha preso il nome da questa tribù. Altri toponimi e idronimi conservano l’impronta senone, da Siena (46) al fiume Senio (Seno nel medioevo). Secondo alcuni linguisti, anche il toponimo Cesena nasconde l’unione di due antichi termini, uno dei quali è Sena.
Secondo la tradizione, erano Senoni i Galli che, al comando di Brenno (27), misero a sacco Roma nel 390 a.C. circa.
27 Perché Brenno assediò Roma?
Non per saccheggiarla, come si legge spesso sui libri di storia, bensì per vendicare l’onore offeso dei Senoni (26), la sua tribù. Tutto inizia nel 390 a.C. quando i Senoni, giunti in Etruria dall’attuale Romagna, assediano la ricca città etrusca di Chiusi per ottenere terra coltivabile, che lì abbonda. I Romani giungono in aiuto dei Chiusini e durante le trattative, un legato romano uccide un comandante gallo. Abbandonano il progetto d’assedio, i Senoni inviano un’ambasciata al Senato romano chiedendo che venga consegnato loro l’assassino, ma il Senato rifiuta e gli ambasciatori gallici vengono coperti di ridicolo. Qui, il prestigio e l’onore della tribù prevalgono sull’idea di conquista di nuove terre e dopo due assemblee degli anziani, la fatidica marcia su Roma ha inizio. L’assedio dei Senoni, capeggiato da Brenno, dura sette mesi e Roma riacquista la libertà pagando un ingente riscatto in oro (vedi articolo “Vuotiamo il sacco (di Roma)” in Celtica n° 23).
Celebre, ma storicamente non provata, la frase che Tito Livio attribuisce al capo senone: gettando la spada sul piatto della bilancia su cui si sta pesando l’oro, Brenno esclama «Vae victis!», guai ai vinti. Questa e altre leggende sono state poi tramandate per generazioni fra i Romani, insieme al terrore per le invasioni da parte di altre tribù celtiche (il cosiddetto metus gallicus) e al desiderio di vendetta, che si compie pienamente quando Giulio Cesare assoggetta la Gallia, da Cesare stesso descritta nel De Bello Gallico (17, 18).
28 Che cosa significa «Brenno»?
I Romani, sentendo pronunciare quel termine dai Senoni quando si rivolgevano al loro capo, pensarono che fosse il suo nome. Tuttavia Brenno (Brennus in latino) non è un nome proprio di persona, ma più probabilmente un titolo onorifico il cui significato sarebbe «capo, condottiero», o «coraggioso, intenso». Da questo titolo deriva la parola brittonica (39) Brenin, che significa Re. Secondo una leggenda inglese, il Brenno che conquistò Roma fu poi il fondatore della città di Bristol.
Vi fu un altro esercito di Celti guidato dal Brenno che guidò il sacco di Delfi, in Grecia (279 a.C.). L’anno dopo essi attraversarono il Bosforo e penetrarono in Asia Minore, dando origine a un ramo dei Galati (04). Ancora, nel 69 d.C. un Brinno, «uomo di indubbio coraggio e di nobili origini» (suo padre aveva combattuto l’imperatore romano Caligola) guidò una rivolta antiromana in Batavia, alla foce del Reno. Scrive Tacito (in Storie, IV): «Il suo stesso nome, nome di una famiglia di ribelli, lo rese molto popolare. Sollevato su uno scudo, posto in equilibrio sulle spalle dei portantini, fu nominato generale». La scena ricorda in pieno il modo in cui viene trasportato Abraracourcix, il capo gallico del villaggio di Asterix (30).
29 Perchè Vercingetorige è diventato così famoso?
L’antica Gergovia, nell’attuale regione francese dell’Auvergne, era abitata dagli Arverni e il loro re era Vercingetorige o Vercingetorix, che fu strenuo e coraggioso avversario di Cesare (17, 18). Verso il termine delle campagne in Gallia, Vercingetorige riuscì a coalizzare diverse tribù di Transalpina e Cisalpina (situazione rara per i Celti) per affrontare in un’unica grande battaglia le legioni di Cesare. Furono messe in campo le intere forze dei due eserciti. Grazie a un piano strategico, Cesare riuscì a ottenere la vitttoria e dopo aver lasciato sul campo decine di migliaia di uomini, Vercingetorige si arrese deponendo le armi ai piedi del condottiero romano. Fu la resa definitiva della Gallia. Il capo arverno fu portato a Roma come schiavo e imprigionato in carcere per cinque anni, prima di essere giustiziato.
30 Che c’entra Asterix con i Celti?
Il celebre fumetto francese illustra le avventure di un villaggio di Galli in Armorica, l’attuale Bretagna, durante la conquista della Gallia da parte delle legioni di Giulio Cesare (17). Nel fumetto sono messe ironicamente in risalto il carattere un po’ folle dei Galli e le tipiche figure della società celtica: il re, il druido, il bardo, i guerrieri, gli artigiani, le donne celtiche.
31 I Liguri erano Celti?
L’origine dei Liguri o Ligures è molto discussa. Furono fra i primissimi popoli ad abitare la nostra Penisola, ove giunsero nel Neolitico. Non è sicuro se fossero un popolo pre-indoeuropeo analogo agli Iberici (04); oppure un ramo indoeuropeo (38) separato, con affinità a Italici o Celti; oppure un ramo dei Celti. È stata ipotizzata anche una parentela fra i Liguri e i Leponti (21).
I Liguri hanno fondato i porti di Genova, Nizza e Monaco. Abitavano l’attuale Liguria (regione a cui hanno dato il nome), la Toscana settentrionale, il Piemonte e parte della Lombardia (occidentale e meridionale), parte dell’Emilia (province di Piacenza e Parma) e il sud-est della Francia. I riferimenti classici e la toponomastica suggeriscono che anticamente la sfera ligure si estendeva anche in Italia centrale. L’avanzare dei Celti e le conquiste dei Romani li spinsero ad arroccarsi in zone montane dell’Appennino e lungo le coste del Mar Ligure.
Descritti come montanari fieri e laboriosi e marinai senza paura, i Liguri impressionarono persino lo storico greco Diodoro Siculo, che li descrive audaci e valorosi sia in guerra che in mare. Le caratteristiche di tenacia e amore per la libertà che li caratterizzavano, comuni ai Celti, rimasero inalterate persino quando Roma, dopo una dura lotta, li soggiogò (II sec. a.C.). Nell’Ottocento, Liguri e Celti vennero spesso confusi e scambiati l’uno per l’altro, forse anche per le similitudini nel carattere fiero e indomito.
32 Chi erano i Celto-Liguri?
In sostanza, sono sempre i Liguri (31). Stanziati sul litorale tirrenico, da Luni fino a Marsiglia e in parte nelle valli interne del Rodano e del Po, toccavano anche gran parte dell’arco alpino (dalla Liguria fino al Trentino) e l’entroterra Veneto. In questo vasto territorio rimasero fino all’arrivo dei Celti (V-IV sec. a.C.), che ricacciarono parte delle tribù dei Liguri verso ovest. Altre tribù si integrarono gradualmente con le stirpi celtiche (secondo altre fonti, si ‘celtizzarono’) e proprio qui compaiono nella storia i Celto-Liguri.
33 I Camuni erano Celti?
I Camuni o Camunni erano un antico popolo insediatosi nella Valcamonica (regione montuosa della Lombardia che a loro deve il nome) tra il IV e il III millennio a.C., in età neolitica. Hanno lasciato numerosi graffiti rupestri e uno di essi è stato adottato come simbolo della regione Lombardia: è un simbolo solare, della famiglia della svastica, chiamato rosa camuna (vedi anche articolo “La vera storia della svastica” in Celtica n° 39). L’arte rupestre dei Camuni è riconosciuta dall’Unesco come «patrimonio dell’umanità» (vedi anche articolo “L’alfabeto di pietra della Valcamonica” in Celtica n° 16).
La loro origine è incerta, forse ligure (31), euganea (36) o retica (34); qualcuno li ricollega ai protocelti, probabilmente anche per la vicinanza con l’area di Golasecca (06) nella quale vivevano anche tribù camune.
34 I Reti erano Celti?
Secondo una delle ipotesi più accreditate, i Reti, che vivevano sulle Alpi (48) e hanno dato il nome alle Alpi Retiche, nacquero come popolo di indigeni alpini (i ritrovamenti più antichi sono databili al V secolo a.C.). Erano strutturati in piccole e libere comunità di pastori e agricoltori interdipendenti che avevano monti, pascoli e campi in proprietà comune e si riunivano in assemblee per eleggere i capitribù e trattare gli affari. Alcune di queste caratteristiche di autogoverno e gestione della proprietà sono arrivare ai giorni nostri, insieme allo stile di costruzione di case ed edifici.
Storici latini posero l’inizio della civiltà dei Reti come un miscuglio di Etruschi, Celti, Illiri, fuggiaschi inselvatichiti e gente messa al bando. Più attendibile appare la descrizione di storici come Tito Livio, Orazio, Plinio e Giustino, secondo i quali l’arrivo di nuove genti in montagna non era ostacolata dall’autogoverno locale e l’assimilazione era possibile. I Reti abitavano tra le montagne in un’area delimitata tra il fiume Reno e il Ticino, l’Adige, l’Isarco, la Drava e l’Inn, ovvero le odierne regioni di Trentino, Alto Adige, Tirolo, Bassa Engadina e Prealpi Veronesi. Castellieri retici sono stati trovati anche nel Feltrino (area del Bellunese) e in altri luoghi sparsi.
35 I Veneti erano Celti?
I Veneti vennero in contatto con i Celti e alcune città venete come Este sono ricche di testimonianze celtiche, ma i Veneti non erano Celti. Alcune fonti storiche affermano che i primi abitanti del Veneto furono gli Euganei (36) o Protoveneti, che qualcuno sostiene essere di stirpe ligure (31). Agli Euganei seguirono i Paleoveneti e quindi i Veneti. Queste popolazioni abitarono stabilmente un’area che corrisponde pressapoco all’attuale Triveneto, anche se, sulla base di nuove teorie, c’è chi afferma che i Veneti vivevano in una vastissima area che va (addirittura) dal Mare del Nord all’Adriatico.
Fonti letterarie come, per esempio, l’Iliade di Omero, parlano di una popolazione di Eneti o Enetoi, provenienti dalla Paflagonia (nell’attuale Turchia), alleati dei Troiani e famosi allevatori di cavalli. Una leggenda narrata da Virgilio nell’Eneide vuole Padova fondata da Antenore, in fuga dopo la distruzione di Troia. Anche lo storico padovano Tito Livio racconta le gesta del comandante troiano a capo degli Eneti della Paflagonia, i quali, spintisi nella parte più interna dell’Adriatico, cacciarono gli Euganei (36) da quelle terre.
Tribù di Veneti vivevano in Armorica (30), nell’entroterra e sulle coste atlantiche della penisola bretone, dove il loro nome echeggia ancora oggi nella città Vannes.
36 Gli Euganei erano Celti?
Gli Euganei vivevano nei Colli Euganei già nel Paleolitico, circa 4000 anni fa. Inizialmente si dedicavano alla raccolta e alla caccia ed erano nomadi, nel Neolitico scoprirono l’agricoltura e l’allevamento e diventarono sedentari costruendo villaggi di capanne e palafitte e radunandosi in tribù. Già nei tempi antichi conoscevano l’uso dei metalli e secondo alcune fonti sono un popolo di stirpe ligure (31).
37 Gli Umbri erano Celti?
Le origini degli Umbri sono dibattute e combattute, tanto che vengono considerati un ‘popolo misterioso’ come gli Etruschi. Vivevano, oltre che nell’attuale Umbria (che a loro deve il nome…) a est del Tevere, anche in parte della Romagna. Una delle figure che si è più concentrata sullo studio degli Umbri è il prof. Manlio Farinacci, scomparso qualche anno fa, che ha pubblicato diversi studi sull’argomento. In Celtica n° 4 c’è l’articolo “I Celti in Umbria” con un’intervista al professore. Una curiosità: a sud della Scozia c’è una regione chiamata Northumbria e Farinacci aveva individuato collegamenti etno-toponomastici con l’Umbria nostrana.
38 Chi erano gli Indoeuropei?
Erano antichissimi popoli seminomadi che hanno dato origine a tante etnie. Molti studiosi ritengono che la culla indoeuropea si possa collocare nelle pianure della Russia meridionale. Da lì, a ondate successive tra il IV e il II millennio a.C. gli Indoeuropei migrarono colonizzando gran parte dell’Asia centro-meridionale e dell’Europa. Con la prima migrazione giunsero gli Ittiti che si distribuirono nell’Asia Minore, seguiti dai Greci. Nella seconda ondata altri gruppi si spinsero verso l’India e la Persia. La terza ondata oltrepassò il Reno e il Danubio, entrando nell’Europa occidentale e meridionale. Di origine indoeuropea sono Celti, Romani, Greci, Veneti, Latini, Osco-Umbri, Illiri e Germani.
I popoli di origine indoeuropea sono stati classificati in base alla radice comune: la lingua. La famiglia delle lingue indoeuropee è il gruppo più diffuso nel mondo, attualmente viene parlato da più di un miliardo e mezzo di persone.
Per approfondire vedi articolo “La grande famiglia indoeuropea” in Celtica n° 38 (inserto Europa Etnica), che contiene anche il poster dell’Albero delle Lingue Indoeuropee.
39 Oggi c’è ancora qualcuno che parla la lingua celtica?
Oggi le lingue celtiche sono parlate da circa tre milioni di persone, distribuite in Irlanda e in parte della Scozia (gruppo gaelico), nel Galles e in Bretagna (gruppo britannico o brittonico).
40 Oggi c’è ancora qualcuno che parla il latino?
Il latino è una lingua che non viene più parlata dalle comunità, viene utilizzata solo in occasione di celebrazioni religiose.